Scrivere per un corpo fra macerie

Foto di scena da Il Bombarolo. Appunti per un corpo fra macerie, spettacolo prodotto da ilinx, Residenza Teatrale ilinxarium

Foto di scena da Il Bombarolo. Appunti per un corpo fra macerie, spettacolo prodotto da Ilinx

 

Cercare una lingua che potesse tradurre alterità e alienazione. Prima all’attore che l’avrebbe incarnata e successivamente allo spettatore che ne sarebbe stato travolto. Perché questo, anche, doveva essere: una sorta di cascata, di valanga. Qualcosa di irrefrenabile, inatteso e potente, capace, se non davvero di scardinare il tempo, almeno di sospenderlo per un poco, e di portar via, sommergere, dilagare.
L’alterità doveva essere quella che ha a che fare con la dimensione onirica e surreale, ma anche mortifera. L’alienazione quella di chi non ha più niente da perdere, perché tutto è già perduto.

È stato questo a guidarmi nella scrittura di Appunti per un corpo fra macerie, divenuto Il Bombarolo nella restituzione scenica della produzione ilinx – Residenza Teatrale ilinxarium, il monologo creato per il corpo di Luca Marchiori e diretto da Nicolas Ceruti.

L’idea è nata da intensi dialoghi con Luca, a cui, nei nostri incontri in un qualche angolo nelle pause da prove di altri spettacoli o ai tavoli dei bar più disparati, prima di avanzare nella scrittura, raccontavo immagini ancora non completamente compiute, lampi, possibili vie percorribili.
È stato un viaggio, in tutti i sensi, condiviso poi anche con Nicolas: una lingua infine masticata in tre, e con lei la storia che si porta, solo così uscite dalla bidimensionalità della pagina a incontrare il pubblico.

Il Bombarolo.
Appunti per un corpo fra macerie

«Una lingua da masticare, di carne e sangue e tempo misurato, come misurato è il tempo di chi la pronuncia, omuncolo perduto a ricomporre i pezzi di una vicenda banale che solo il viverla in prima persona può renderla deflagrante.
Suono e corpo è quel che rimane tra le macerie di un amore, di una vita, di un mondo che va dalla terra al cielo o che dalla terra al cielo è andato.
Questo il cuore del progetto che vede la collaborazione tra Ilinx teatro e Barbara Pizzo.

Un work in progress nato da un testo intessuto di un pastiche linguistico che si nutre di Cinquecento, inflessioni dialettali ed erranze − tra ricercati errori e vagheggiamenti crono-geografici − per una reinvenzione dalla carnalità forte, dalla musicalità antica eppure fresca del suo essere concreta, viva e pulsante, capace di tradurre l’alienazione di chi quelle parole porta. Perché fisica e psicologica è l’alienazione dell’unico personaggio in scena, alle prese con un monologo che solo di tempo in tempo si fa soliloquio, qua e là intrecciato a dialoghi senza risposta rivolti ora “al dio suo” ora all’amata.

Tutto scorre in una sospensione quasi onirica: le azioni di quell’uomo che appare intento a costruire una strana macchina, le parole che gli sgorgano dalla bocca tra cascate e sputi, il tempo.
Quel tempo “nimico tremebondo” che “sumerge e cade e manca”. Il tempo dall’incedere inesorabile come un metronomo, una goccia che gocciola in un secchio, un conto alla rovescia che segnerà irrimediabilmente il respiro di chi è dentro e fuori scena. Come si fosse a un passo dall’esplosione (poco prima o poco dopo, infine, che cambia?).

Tutto è nel mentre.
Come sull’orlo di un cratere. Come a un soffio dall’uragano.
E intorno: luci trasportabili a filo delle officine meccaniche, rumori meccanici e industriali.
Fino a quella fine che arriverà sfumandosene in dissolvenza. Senza lenire, senza spiegare.»

regia Nicolas Ceruti
idea e drammaturgia Barbara Pizzo
con Luca Marchiori
produzione: ilinx, Residenza Teatrale ILINXARIUM
in residenza: Verdecoprente Festival 02 (Vt), Sala Ichos Teatro (Na), Residenza Teatrale ILINXARIUM

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